I Monti Martani

  I monti Martani si ergono al centro dell’Umbria, separando la Valle Umbra dalla dalla media Valle del Tevere il territorio dei Martani che oggi ricade nel comune di Massa Martana è stato sfruttato fin dall’antichità in maniera comune dalle popolazioni stanziate sulle sommità dei monti e rinchiusi nei castellieri. Lo sfruttamento dei boschi e dei pascoli costituiva la principale risorsa economica e rappresentava la fonte di sostentamento per eccellenza. Circa 100 anni fa nascono in forma odierna le attuali Comunanze Agrarie. Le quattro comunanze agrarie presenti nel territorio di Massa Martana sono proprietarie e gestiscono circa 2000 ettari di superficie, occupati prevalentemente da boschi e pascoli. La valenza paesaggistica del territorio è elevata: circa 800 ettari di lecceta, altri 700 ettari di bosco misto con presenza di Roverella, Carpino nero, Cerro e Orniello. Una pagina unica nel suo genere con piante secolari. Non meno importanti i pascoli sommitali e gli arbusteti che costituiscono una fonte di elevata di sostentamento per gli animali al pascolo brado e che possiamo ammirare specie nel periodo primaverile/estivo. Di rilievo e anche la produzione del tartufo. Una fitta rete sentieristica spesso realizzata su antichi percorsi di pastori rende la montagna facilmente fruibile per escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike. Ogni percorso ha la sua caratteristica, una sua peculiarità ed un suo fascino. In autunno il colore dei boschi rapisce lo sguardo, in primavera il risveglio della natura e del verde che ti circonda, ti avvolgono. Il caldo dell’estate ti invita a provare sollievo sotto la fitta ombra dei lecci e anche in inverno il silenzio ovattato dei monti innevati ti invita a scoprirli. Sono presenti numerose aree attrezzate con camino panche e tavoli. Le Comunanze agrarie sono Enti di diritto privato con una propria amministrazione. Ai benefici della montagna (diritto di legnatico, diritto di pascolo, raccolta dei tartufi) possono accedere unicamente i residenti del territorio frazionale, ma la montagna è aperta e fruibile da tutti. Partendo da sud verso nord si incontrano nell’ordine:
  • Comunanza Agraria di Mezzanelli: Il patrimonio boschivo, circa 280 ettari, è costituito da bosco ceduo di leccio, di roverella, cerro e carpino. La frazione, caratteristicamente posta su di un colle roccioso, ospita nel centro storico la sede della Comunanza. Di rilievo la chiesa parrocchiale e la Rocca.
  • Comunanza Agraria di Colpetrazzo: Il patrimonio circa 720 ettari, è costituito prevalentemente da bosco ceduo di leccio, alto fusto di leccio, carpino e pascolo. E’ presente un rifugio, di rilievo il Palazzo della Comunanza Agraria nella piazza del paese, dove si può ammirare anche l’antica chiesa parrocchiale e, in aperta campagna la chiesa di San Sebastiano. Il monte Cerchio (930 M.s.l.m.) così chiamato per la presenza di un antico castelliere di forma circolare, è oggetto di studio e di scavi archeologici.
  • Comunanza Agraria di Massa Martana: Il patrimonio circa 740 ettari, è costituito prevalentemente da bosco ceduo, oltre ai pascoli di alta quota. Importante la faggeta e i boschi ad alto fusto di leccio in località Monte Castro. Sono presenti due rifugi. Di rilievo oltre al centro storico, nel quale è ubicata la sede della Comunanza, le chiese romaniche sparse nel territorio, il complesso della Pace e la chiesa dell’Ascensione.
  • Comunanza Agraria di Viepri: Il patrimonio circa 280 ettari è costituito prevalentemente da bosco ceduo e pascolo. E’ presente un rifugio di recente costruzione. Di rilievo nel territorio, il Castello delle Rocchette, il Monte Schignano (antico castelliere) ed il borgo medievale del paese con la chiesa di San Giovanni, la splendida Abbazia di Santa Maria in stile romanico, il santuario della Madonna di Castelvecchio, il borgo di Castelvecchio con la vicina chiesetta di S.Ippolito.
Adagiato lungo la falda orientale dei Monti Martani, che dalla vetta del Monte Martano (1094 M.s.l.m.) degrada fino al breve terrazzamento del torrente Puglia (273 M.s.l.m.) è ubicata l’Università Agraria di Montecchio nel territorio di Giano dell’Umbria che si affaccia come ideale punto panoramico sulla francescana valle spoletina. Montecchio (in origine Monticulo) si eleva sul colle che domina il tracciato originale della via Flaminia, costruita dal console Caio Flaminio (220 A.C.). La via Flaminia che attraversava l’area martana, nata con scopo militare, iniziò dal terzo secolo dopo Cristo a risentire della variante realizzata per fini economici, che per Terni e Spoleto raggiungeva Furum Faminii, (nei pressi dell’attuale Foligno), e si ricongiungeva al vecchio tracciato Narniae-Carsulae-Mevania. I due percorsi si biforcavano proprio all’inizio della catena dei Monti Martani (aggirandola ad est e ad ovest) dopodiché la Flaminia Vetus lasciato il centro di Carsulae, del quale ne costituiva il cardo, raggiungeva, Vicus ad Martis per poi proseguire attraversando l’area martana per Bastardo, Bevagna e raggiungere Foligno. Dopo la caduta dell’impero romano, questo tracciato occidentale della Flaminia fu abbandonato e decadde, la zona però non rimase esclusa dal transito, (perché compresa tra il nuovo tracciato e la via Amerina). Nel periodo alto medievale fu rilevante via di raccordo tra Roma e Ravenna e lo testimoniano i ruderi di Monte Castro, situato nella parte meridionale dell’area probabilmente un tempo legato ad un culto umbro poi diventato Castrum in difesa della sottostante via Flaminia. Molti sono i materiali di spoglio utilizzati in tutta la zona, numerosi i colombari rimasti a lungo sconosciuti e le chiese romaniche costruite sopra i templi pagani dedicati agli Dei Apollo, Cerere, Mercurio e Marte: proprio da quest’ultimo hanno preso nome i monti vicini e l’area circostante, ricca di frammenti di laterizi e ceramiche che continuamente vengono alla luce durante i lavori agricoli. Da notare sono importanti le antiche fontane che venivano usate da lavatoio e abbeveratoio che si trovavano in ogni borgo: due a Viepri, una a Castelvecchio, una al Castello delle Rocchette ed una si trova in prossimità del Pellongo (la spina) nel territorio della Comunanza Agraria di Viepri in forma promiscua con Massa Martana, dove tutt’ora è realizzato un’area attrezzata con camino, panche e tavoli.